Gli anni di pratica e di studio sullo Yoga mi hanno portato a sviluppare una maggiore attenzione alla leggerezza, all’armonia e alla precisione sul corpo e così, con una costante applicazione, ho maturato più chiarezza e crescita interiore. Non è eseguendo o studiando singolarmente e spasmodicamente una posizione che si ottiene il meglio dell’esecuzione, ma coinvolgendo il corpo in sequenze armoniose. Ciò non toglie che alcune posizioni vengano svolte sulla pura spiegazione tecnica e l’applicazione della stessa. In questi anni è stato fondamentale sia praticare con altri istruttori, scambiandoci opinioni ed esperienze, sia l’insegnamento di Renato Turla e F. Dona Holleman.
Osservando, così, attentamente quattro posizioni – Uttanasana, Urdhva Muka Pascimottanasana I, Urdhva Mukha Pascimottanasana II, Pascimottanasana, ho notato che ognuna di esse ha un punto diverso di appoggio e di spinta, ma rappresentano tutte la stessa asana: si vede un evoluzione del movimento nelle diverse prospettive.
UTTANASANA:
Il punto di appoggio è la pianta dei piedi.
I piedi si radicano al pavimento e la spinta verso il basso si ottiene sfruttando la stessa forza di gravità , contemporaneamente creiamo una spinta verso l’alto sino alla testa dei femori e otteniamo una maggiore leggerezza del corpo. Pieghiamo il bacino in avanti, con le natiche che resistono in alto, lasciando cadere il busto verso in basso attirato dalla forza di gravità ; Le mani prendono le caviglie, tenendo i gomiti all’esterno ed il basso, e quando la testa andrà a contatto con le tibie otterremo il massimo allungamento.
URDHVA MUKHA PASCIMOTTANASANA I:
Il punto di appoggio sono le natiche.
Gli ischi sono spinti al pavimento, le mani prendono i piedi e le gambe si distendono verso l’alto ottenendo così l’allungamento della parte sacro lombare, del dorso e delle stesse gambe. Analizzando la posizione si notano due punti di spinta opposti che portano equilibrio alla posizione.
URDHVA MUKHA PASCIMOTTANASANA II:
Il punto il di appoggio è il dorso.
Le mani prendono i piedi e la parte posteriore delle gambe si distende verso l’alto, mentre il coccige si allontana nella direzione opposta ai piedi . In questo caso il pavimento diventa un punto di riferimento che ci aiuta a migliorare l’allungamento del dorso e della parte sacro lombare. La posizione si completa portando i gomiti verso il pavimento, mantenendo sempre la distensione delle gambe.
PASCIMOTTANASANA:
Il punto di appoggio è la parte posteriore delle gambe.
In Pascimottanasana sfruttiamo il pavimento per raggiungere la distensione delle gambe senza iperestendere la parte poplitea (utile agli allievi con troppa flessibilità delle articolazioni, nel tempo dannosa). Il busto si allunga in alto ed in avanti, mantenendo le gambe ancorate al pavimento mentre le mani raggiungono i piedi portando i gomiti in alto e avanti. Quando le costole fluttuanti si aggangiano alle cosce, possiamo abbassare il mento verso le tibie ed il corpo si chiude come un libro.
Osservando una sola asana o una solo foto (es. Uttanasana) e facendola ruotare in senso orario, otteniamo le quattro posizioni sopra descritte. Prendiamo ora in considerazione il corpo, possiamo passare da una figura all’altra attraverso posizioni intermedie creando una sequenza.
Partendo da Urdhva Hastasana (1) andiamo in Uttanasana (2), flettendo le ginocchia ci portiamo in Maha Vajara (3), abbassando i glutei a terra eseguiamo Urdhva Mukha Pascimottanasana I (4). A ginocchia flesse, e mantenendo sempre le mani ai piedi, andiamo in Urdhva Mukha Pascimottanasana II (5). Saliamo ed è Dandasana (6), allunghiamo in avanti in Pascimottanasana (7); risaliamo in Dandasana (8), flettendo di nuovo le ginocchia ritorniamo in Maha Vajara (9), per poi allungarci in avanti per ottenere Uttanasana (10). Il lavoro in dinamico del corpo permette alla mente di giocare, sviluppando allo stesso tempo volontà, potenza e resistenza, alternando inspirazione ed espirazione. Il tutto rappresenta una danza armoniosa e precisa, che crea un unione perfetta tra corpo e mente.
Agli allievi con minore flessibilità possiamo proporre una sequenza semplificata, che li stimoli a percepire la sensazione di apertura del corpo, per poi nel tempo raggiungere le posizioni della sequenza descritta precedentemente ed ottenere comunque leggerezza e armonia.
Iniziamo in Urdhva Hastasana (1), ci distendiamo in avanti in Ardauttan (2). Portiamo le mani a terra cosi che ci troviamo in Uttanasana a schiena concava (3), flettiamo le ginocchia ed è Maha Vajara (4); portando poi i glutei a terra, con le gambe distese e le dita delle mani a terra otteniamo Puripurnanavasana (5) flettendo le ginocchia portiamo i piedi dietro la testa, ed è Halasana (6); riportiamo le gambe al pavimento e distendiamo le braccia in alto, siamo in Dandasana (7), allungando in avanti, in modo che le mani catturino i piedi, e mantenendo sempre la schiena concava, abbiamo Pascimottanasana (8). Riportiamo le braccia a contatto con le orecchie e ci distendiamo in Dandasana (9), stacchiamo i piedi da terra, flettendo le ginocchia e staccando i glutei da terra, siamo di nuovo in Maha Vajara (10) cosi che, distendendo le gambe e contemporaneamente il busto e le braccia in avanti e mantenendo il tronco parallelo al pavimento, siamo nuovamente in Ardauttan (11) per poi risalire in Urdhva Hastasana (12). La sequenza sarà cosi ripetuta più volte ottenendo un gioco armonioso.